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Giovani e mondo del lavoro, cosa cambia per i professionisti della nuova generazione

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La Generazione Z ha portato un cambio epocale all’interno dell’ufficio. La giovane coorte è infatti più attenta a bilanciare vita privata e professionale e cerca luoghi di lavoro che prevedano chiari obiettivi di crescita. Randstad ha svolto un’indagine per aiutare le aziende ad attrarre i talenti di questa nuova generazione di lavoratori. Ecco che cosa è emerso.

 

Generazione Z al lavoro, quali sono i principali bisogni

 

Alla base di una strategia aziendale di successo c’è sempre un investimento. Che sia in beni strumentali o in servizi, serve a infondere linfa vitale alla struttura e a farla prosperare sotto una corretta gestione. Senza dimenticare l’investimento nelle risorse umane e nei giovani, che possono guidare l’impresa verso l’innovazione, per delineare i successi futuri. Per questo è importante attirare i migliori talenti della Generazione Z, che si affaccia al mondo del lavoro con esigenze ben precise.

Grazie alla Employer Brand Research 2022 condotta da Randstad, sono stati intervistati 163.000 dipendenti di aziende presenti in tutto il mondo, di cui quasi settemila solo in Italia. Le domande erano incentrate sugli elementi che rendono un’azienda attrattiva e, i risultati, sono stati catalogati secondo l’età dei rispondenti.

 

Che cosa cercano i nativi digitali in ufficio

 

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La Generazione Z conta tra le sue fila giovani tra i 18 e i 25 anni cresciuti con pieno accesso alla tecnologia oggi abili conoscitori dei social media e del mondo digitale, che per loro è un importante strumento di comunicazione e anche di informazione. Vengono detti comunemente Nativi Digitali e, per questo motivo, sul luogo di lavoro valutano con attenzione il livello di digitalizzazione aziendale.

Tra le risposte fornite alla survey di Randstad, sono emerse tre componenti fondamentali che spingono questi giovani a valutare se un’azienda fa per loro oppure no. Prima tra tutti è l’atmosfera di lavoro, indicata come principale driver di scelta per ben il 65% degli intervistati, sebbene per Generazione X e Millennials non sia così importante.

Al secondo posto tra le priorità dei giovanissimi sul luogo di lavoro c’è la visibilità del percorso di carriera, nominato dal 54% dei dipendenti presi in esame. Si tratta inoltre di un parametro che è più sensibile verso chi ha livelli di istruzione molto elevati, insieme alla richiesta di una formazione professionale costante e di qualità.

 

Diversità e inclusività sul luogo di lavoro

 

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Il terzo gradino del podio è occupato dal diversity management e dall’inclusività. Praticamente ignorato dai colleghi più in là con l’età, questo parametro è invece di fondamentale importanza per la Generazione Z, molto attenta alle politiche di inclusione attuate dalle aziende.

I giovani ventenni sono infatti pronti a lottare per i propri diritti e per quelli altrui e sembrano trovare sempre il modo di farsi ascoltare. L’apertura mentale e la flessibilità sono una costante e la mente della Gen Z è libera da preconcetti di qualsiasi tipologia.

Oltre alla flessibilità culturale, i giovani cercano uffici dove sia applicato lo stesso approccio agile anche a livello organizzativo, valutando positivamente l’orario flessibile, il lavoro da remoto e le forme ibride che uniscono smart working a giornate in presenza.

 

Gli effetti della pandemia sui lavoratori della Generazione Z

 

I giovanissimi sono stati tra i più colpiti dalle ripercussioni economiche e lavorative causate dalla pandemia: numerosi hanno perso il lavoro, oppure non hanno potuto terminare in modo “tradizionale” il proprio percorso di studio. Tra esami universitari cancellati, lezioni online non sempre di livello alto e modifiche in corsa ai programmi di laurea, i membri della Generazione Z hanno subito un vero e proprio trauma.

Per i datori di lavoro è quindi necessario creare un ambiente che faccia sentire accolti i giovani e che permetta loro di crescere. Tutto ciò fornendo, quando necessario, un supporto per il benessere psicofisico e un atteggiamento di comprensione nel caso in cui ci fosse un gap di competenze dovuto all’interruzione o al livello di studio più carente del normale.

Per investire nel futuro è quindi fondamentale accogliere i giovani della Generazione Z in un ufficio stimolante, tecnologico e inclusivo.