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Neuroscienze in ufficio: la progettazione intelligente dello spazio

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La progettazione consapevole dello spazio attraverso lo studio delle reazioni nella mente umana è la nuova frontiera dei luoghi di lavoro. Le neuroscienze in ufficio possono aiutare a disegnare ambienti confortevoli e a migliorare naturalmente la produttività dei collaboratori: a dirlo sono ricercatori e architetti.

 

Neuroscienze in ufficio

 

Creare ambienti di lavoro produttivi e a misura di lavoratore sta diventando sempre più facile grazie all’integrazione delle neuroscienze in ufficio. Con questo termine sono indicati gli studi scientifici che vengono condotti sul sistema nervoso umano, per analizzarne le reazioni e comprenderne il funzionamento.  I progettisti, infatti, hanno capito che forma e funzione di arredi e architettura possono influenzare enormemente la percezione di chi vive lo spazio e, da un’approfondita analisi di questi parametri, possono scaturire progetti molto efficienti, disegnati attorno ai reali bisogni delle persone.

 

Come funziona la mente in relazione allo spazio

 

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Partendo dal presupposto che il cervello umano viene stimolato da ciò che vede, dai rumori e da un’infinità di altri impulsi, è interessante ragionare sui pattern predefiniti che derivano da millenni di evoluzione umana. In una recente intervista a Il Sole 24 Ore, l’architetto Davide Ruzzon, direttore scientifico di Tuned (progetto lanciato da Lombardini 22 per definire le linee giuda di una progettazione che torni a parlare di armonia tra abitanti e architettura), ha ragionato sulle preferenze innate rispetto a diverse tipologie di paesaggi.

Partendo da qui, ha raccolto le sue ricerche nel libro “Tuning Architecture with Humans”, annotando le modifiche delle connotazioni fisiologiche come battito cardiaco, tensione muscolare e respiro, in relazione agli ambienti fisici in cui le persone si trovano in un determinato momento.

Il risultato ha confermato che le persone non percepiscono l’architettura come se fosse un’immagine statica, ma hanno un’interazione profonda e dinamica con essa grazie all’immersione nello spazio. Questo si traduce in spazi capaci di creare stress oppure di affievolirlo, in base all’altezza dei soffitti, alla disposizione dell’arredo, ai colori e materiali che compongono l’ambiente. Il design, dunque, si conferma un medium cruciale per definire l’esperienza di gradimento di un luogo, ufficio compreso.

Ottimizzare performance di vendita e implementare la gestione delle persone da parte di manager e dirigenti sono solamente due esempi pratici dell’applicazione delle neuroscienze al design dei luoghi di lavoro.

 

Neuroscienze in ufficio, i principi cardine

 

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Quando è necessario svolgere attività collaborative e interagire con gli altri, la mente è più propensa ad accogliere con positività spazi aperti e senza barriere. Al contrario, quando è richiesta la massima concentrazione, il cervello predilige luoghi poco affollati, con pochi elementi di distrazione, confinati e raccolti.

Un esempio molto calzante è quello dell’Effetto Cattedrale. Citato per la prima volta nel 2007 all’interno della ricerca di Joan Meyers-Levy, professore di marketing alla Carlton School of Management dell’Università del Minnesota e Rui Juliet Zhu, assistente marketing alla Sauder School of Business dell’University of British Columbia, spiega la correlazione tra percezione dello spazio e altezza del soffitto. Si tratta di un termine scelto per indicare il senso di meraviglia e imponenza di quando si mette piede per la prima volta in edifici dalle altissime navate.

Nel paper titolato “The Influence of Ceiling Height: The Effect of Priming on the Type of Processing That People Use”, i due ricercatori affermano che la percezione dell’altezza è legata alla creatività. Un ambiente dai soffitti alti (da 3 metri in su) ispira un senso di libertà che favorisce la nascita di nuove idee. I soffitti più bassi, invece, facilitano attività di focus work.

 

Progettazione consapevole

 

Il futuro dell’ufficio, dunque, sarà sempre più orientato all’impiego delle neuroscienze per applicare il cosiddetto Human Centered Design. Il progetto di spazi a misura di persona passerà quindi da una massiccia raccolta di dati e sfocerà nell’elaborazione di layout funzionali affiancati da elementi di design e materiali capaci di far sentire a proprio agio i lavoratori, rendendoli naturalmente più produttivi.