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Qual è la data della proroga dello smart working in Italia?

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Il Decreto Legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 31 dicembre 2020 sposta a fine gennaio 2021 le disposizioni in merito al lavoro agile nel periodo di emergenza. L’accesso semplificato allo smart working è così prorogato di un altro mese.

 

L’accelerazione dello smart working a causa della pandemia

 

Dal 1 marzo 2020, a seguito dell’adozione di nuove misure di contenimento dell’emergenza sanitaria causata da Coronavirus, è stato emanato il primo decreto che ha reso lo smart working uno strumento indispensabile per proseguire le attività di numerose aziende.

Infatti, nonostante le riaperture estive e l’allentamento delle restrizioni a seguito lockdown, il Governo ha continuato a raccomandare l’utilizzo del lavoro agile per tutto il protrarsi del 2020. Come con il DPCM del 3 novembre 2020, che invitava i lavoratori in grado di svolgere le proprie attività da remoto a farlo da casa, in modo da ridurre spostamenti e assembramenti all’interno degli uffici.

Infine, il Decreto Legge del 23 dicembre 2020 ha deliberato per la proroga dello smart working fino al 31 gennaio 2021.

 

Ma lo smart working funziona?

 

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A livello mondiale, per 6 aziende su 10, sembra di si. A dirlo la ricerca “The future of work: from remote to hybrid” realizzata nel 2020 da Capgemini Research Institute su un campione di 500 aziende e 5000 dipendenti.

Dai risultati emerge come la produttività dei lavoratori sia sensibilmente aumentata (fino al 63%) grazie alla riduzione delle tempistiche per raggiungere il luogo di lavoro e la flessibilità degli orari.

Ma a beneficiare di questi dati positivi non sono tutte le attività. I più produttivi da remoto sono coloro che svolgono funzioni digitali e nell’IT, i servizi clienti e i dipendenti nell’area vendite e marketing.

Il manifatturiero esige ancora una maggiore presenza sul luogo di lavoro, mentre i nuovi assunti e coloro che hanno subito una modifica alle proprie mansioni, si sono dichiarati spesso spaesati e a disagio a causa della mancanza di “contatto umano” con superiori e colleghi.

Inoltre, a spaventare gli impiegati è il rischio che il proprio diritto alla “disconnessione” venga meno e che la vita professionale e privata si fondano sempre di più, arrivando a un punto di non ritorno. Il timore di essere “always on” preoccupa il 60% dei lavoratori tra i 26 e i 35 anni intervistati dal Capgemini Research Institute.

 

“The future of work: from remote to hybrid” – Capgemini Research Institute

 

Il futuro del lavoro agile

 

Alla luce di questi dati, viene da chiedersi se lo smart working sia davvero la “modalità di lavoro definitiva” da applicare nel prossimo futuro.

A oggi, la risposta più plausibile, sembra quella dell’ibridazione. Ovvero l’attuazione di un modello che preveda alcune giornate in presenza all’interno del luogo di lavoro – che sia la sede aziendale o un ufficio di prossimità  – e altre in smart working dalla propria abitazione.

Alcune sperimentazioni saranno presto attuate anche dalla Pubblica Amministrazione milanese, grazie al nuovo progetto di near working di cui abbiamo parlato qui.

 

Che cosa stabiliscono le norme della proroga smart working in Italia

 

Nei testi approvati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, si dice che i lavoratori dipendenti pubblici e privati più a rischio di contrarre Covid-19 (lavoratori fragili), svolgano la propria prestazione professionale in modalità agile.

Allo stesso modo, i genitori i cui figli conviventi minori di 16 anni siano sottoposti a quarantena o a didattica a distanza, possono svolgere le proprie attività in smart working.

Fino al 31 gennaio 2021, restano quindi inalterate le applicazioni “semplificate” del lavoro agile, che non impongono di allegare nessun accordo preventivo con il lavoratore alla comunicazione dell’attivazione dello smart working (come invece dovrebbe accadere se non fosse in vigore lo stato di emergenza).

 

Le nuove disposizioni e lo stato di emergenza fino al 30 aprile 2021

 

Che cosa cambierà per i lavoratori adesso che è entrato in vigore il Decreto Legge che scandirà i primi mesi del 2021? Il Ministero del Lavoro non si è ancora espresso in tal senso.

L’unica notizia nota da Decreto Legge del 13 gennaio 2021, è quella del protrarsi dello stato di emergenza fino al 30 aprile 2021.